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Le sostanze più dure nel nostro corpo sono le ossa e i denti. Quando i denti si stanno formando, i minerali necessari vengono portati alle ossa mascellari e quindi nei germi dei denti dal circolo sanguigno. Quando uno di questi minerali, il fluoro, viene aggiunto in concentrazioni adeguate, si lega chimicamente allo smalto del dente e la struttura minerale che ne risulta è più robusta.
Infatti, quando mangiamo, ai batteri che provocano la carie giunge il nutrimento che permette loro di produrre sostanze acide, che provocano nello smalto una perdita di minerali: questa “demineralizzazione” è il primo stadio della carie. Se invece disponiamo di una riserva di fluoro, lo smalto sarà più resistente all’azione degli acidi. Perciò è importante fornire il fluoro mentre i denti si stanno mineralizzando, ciò significa alla nascita, quando i denti da latte si stanno formando, nell’infanzia e nell’adolescenza (è in questo periodo che si formano i denti permanenti) e persino più tardi per i denti del giudízio. Inoltre, il fluoro non solo ostacola la demineralizzazione dello smalto, ma ne favorisce la remineralizzazione, “riparando” o comunque rallentando la carie nel suo stadio iniziale.
Ci sono due modi per somministrare il fluoro: facendolo ingerire (come con l’acqua ricca di fluoro oppure con i supplementi di fluoro), oppure applicandolo localmente tutti i giorni con dentifricio o collutori, o ancora mediante trattamento con gel da effettuarsi presso lo studio dentistico.
Per quanto riguarda la somministrazione sistemica di fluoro, l’assunzione di fluoro in gravidanza è un tema dibattuto: mentre alcuni studi suggeriscono benefici nella prevenzione della carie per il nascituro tramite assunzione sistemica di fluoro, altre ricerche sollevano dubbi sull’efficacia e sulla sicurezza, specialmente riguardo possibili effetti sul neurosviluppo.
Parimenti, la somministrazione sistemica di fluoro nei bambini è altrettanto discussa, perché se da un lato l’integrazione può essere benefica, dall’altro la sommatoria del fluoro somministrato insieme a quello che si assume con l’acqua può determinare un sovraccarico di fluoro che ha effetti negativi, quali l’accuumuo di fluoro in zone del dente che diventano biancastre (fluorosi).
Non vogliamo quindi entrare in un discorso in cui la principale parola va data al pediatra e al ginecologo: consigliamo quindi di chiedere a loro l’autorizzazione alla somministrazione di fluoro e le posologie che si riterranno più opportune.
APPLICAZIONE TOPICA DEL FLUORO
Anche se oramai tutti i dentifrici in commercio contengono fluoro, diversi studi scientifici hanno dimostrato che il contatto con il dente è troppo breve per apportare sufficienti quantità di questo minerale; la stessa cosa si verifica con alcuni collutori, la cui concentrazione di fluoro è peraltro assai leggera.
Il metodo migliore per applicare il fluoro sui denti consiste in un’applicazione di gel o paste contenenti alte concentrazioni di fluoro, applicate con particolari “formette” direttamente sui denti, in modo da raggiungerne tutte le superfici. Tali applicazioni si eseguono nello studio e durano dai venti ai trenta minuti e sono la chiave per la salute dentale per coloro che non hanno assunto, nell’infanzia, sufficienti quantità di fluoro con l’acqua o con gli integratori farmaceutici.
Anche per i bambini che soffrono di seri e precoci problemi di carie, le applicazioni topiche costituiscono un ottimo rimedio per migliorare la situazione, specie quando si tratta di molaretti di latte in bambini troppo piccoli e/o poco “disposti” a farsi curare.