Studio Porcellati

Bite

Contattaci

Fissa un appuntamento per un controllo

    Orari dello studio

    • 10:00-20:00
    • 10:00-20:00
    • 10:00-20:00
    • 10:00-20:00
    • 10:00-20:00
    • Chiuso
    • Chiuso
    Bite

    Disfunzione Temporo-Mandibolare: Sintomi, Cause e Terapie con il Bite

    L’articolazione della mandibola è una articolazione molto delicata, simile se non più complicata di quella del ginocchio. Certe volte non facciamo caso a quante volte apriamo e chiudiamo la bocca per parlare, mangiare, anche solo ingoiare la saliva (basta pensare che ingoiamo la saliva circa mille volte al giorno, inclusi i momenti per mangiare e bere). È normale quindi che con gli anni ci possa essere un’usura delle ossa e delle cartilagini che la compongono, portando a tutta una serie di sintomi che certe volte possono anche fuorviare nella diagnosi. Quante volte infatti vengono allo studio pazienti che riferiscono dolori all’orecchio e solo dopo diverse visite dall’otorino vengono inviati al nostro studio dove possiamo facilmente verificare che la causa del dolore è nell’articolazione della mandibola. Infatti la sede di tale delicata struttura è posta pochi millimetri davanti all’orecchio ed è facile confondere la causa dei sintomi.
    Spesso ai dolori si accompagna anche un rumore durante i movimenti di apertura e chiusura, un click, uno schicco, legato al fatto che nell’articolazione è presente un menisco o disco articolare (simile al menisco del ginocchio) che durante i movimenti, in una condizione di patologia, può scivolare bruscamente all’indietro o in avanti e provocare questo rumore: è uno dei primi sintomi che qualcosa non va. Perché poi al click articolare può seguire la percezione che la mandibola si possa bloccare in apertura o in chiusura fino ad arrivare ai casi in cui non si riesce più ad aprire o chiudere la bocca. In questi casi, il disco articolare rimane incastrato in una posizione incongrua e impedisce la continuazione dei movimenti mandibolari. A aggravare la situazione, succede anche che si formi del liquido all’interno della capsula dell’articolazione, con ulteriore aggravamento dei sintomi. Ne pi né meno di quello che succede al ginocchio in molti casi: non si riesce a piegare il ginocchio, a mettere il piede a terra ed a camminare e così via. Similarmente, per la bocca, si avrà difficoltà a mangiare, a parlare, a ingoiare la saliva, etc.

    Le cause di queste disfunzioni articolari possono essere fondamentalmente due: acute o croniche.
    Le cause acute sono quelle più semplici da risolvere: vi sarà mai capitato di aprire molto la bocca per uno sbadiglio esagerato o di mangiare un boccone molto grosso o molto difficile da masticare? Questi casi possono essere assimilati ad un piede messo in fallo che ha causato una torsione del ginocchio: in genere sono casi singoli, isolati, legati al movimento sbagliato e con un po’ di riposo articolare ed una terapia medica si risolve il problema in un mesetto. Nel caso dell’articolazione della mandibola: impacchi caldi, evitare sbadigli, mangiare bocconi piccoli e facilmente masticabili, che non richiedano quindi un’apertura dei denti per più di due centimetri circa.
    Le cause croniche sono le più difficili da interpretare. In genere, a parte le forme artrosiche legate all’età, sono causate da una cattiva occlusione che causa durante la masticazione dei movimenti asimmetrici con compressione di un lato dell’articolazione e stiramento dall’altro lato, con conseguente alterazione delle componenti cartilaginee. Nello spiegare la situazione ai pazienti, facciamo sempre le analogie con i cardini delle porte: una porta si dovrebbe aprire e chiudere così come la guidano i cardini del telaio; ma se il pavimento non è a squadra con la porta e la porta striscia sul pavimento, oltre a consumarsi il legno della porta ed il pavimento (in questo caso i denti) si rovineranno anche i cardini delle porte (che sarebbero le strutture dell’articolazione della mandibola). Succede cioè che se la chiusura dei denti non è corretta e la mandibola devia nella sua chiusura perché comincia a chiedersi non come viene guidata dalla articolazione, ma così come viene guidata dalla chiusura errata dai denti, lo spostamento anche di pochi millimetri provoca un funzionamento asimmetrico che porta a seri scompensi. D’altra parte, vi siete mai resi conto come portare una scarpa più alta dell’altra anche di pochi millimetri possa sbilanciare completamente le anche di una persona?
    E a proposito di anche e di schiena: sapete che una errata chiusura dei denti può portare anche dolori al collo ed alla schiena? Anche in questi casi, sapete quanto pazienti ci vengono inviati dagli ortopedici perché questi dolori avvertiti dai pazienti non hanno nessun riscontro clinico né radiografico a livello della colonna vertebrale? Come? Volete capire come è che una cattiva occlusione provoca un mal di schiena? Pensate al delicato equilibrio che esiste tra tutti i muscoli della schiena, del collo e della mandibola: sono tutta una catena di muscoli che devono agire in sinergia e in simmetria per tenere diritti la testa, la mandibola, gli occhi, il collo e la schiena. I muscoli della masticazione sono considerati un cruciale punto di collegamento tra le catene muscolari e posturali anteriori e posteriori per cui un’asimmetria del loro funzionamento porta a dei sintomi (che noi chiamiamo discendenti, per contrapporli a quelli ascendenti che potrebbero derivare per esempio da una scorretta postura dei piedi) anche al collo ed alla schiena.
    La diagnosi è quasi sempre clinica, con il supporto di una semplice radiografia panoramica. Raramente, nei casi più difficili, viene richiesta una TAC o una RM dell’articolazione.
    La terapia in questi casi, a parte quella farmacologica che può essere utile nelle fasi acute, è quella dell’applicazione di un bite.
    Il bite è un dispositivo in plastica che si applica su una delle arcate dentarie e che funge da tutore durante le fasi di chiusura ed apertura della bocca. In pratica, una superficie del bite si adatta alla arcata dentaria sulla quale va applicata, mentre l’altra superficie è praticamente piatta, di modo che la mandibola ricomincia a muoversi così come vuole l’articolazione (i cardini della porta!!!) e non come vorrebbe l’errato combaciamento dentario. Questo riequilibrio graduale porta all’attenuazione dei sintomi ed alla prevenzione di ulteriori ricadute.
    Il bite che si utilizza in questi casi è in genere un bite rigido, che si fa produrre da laboratorio dopo aver preso delle scansioni delle arcate dentarie. Dopo la consegna del bite, saranno necessarie diverse visite nei successivi sei mesi per la registrazione dei contatti tra i denti ed il bite, perché gradualmente la mandibola troverà una posizione più comoda e più “centrata” e ci sarà necessità di favorire il riposizionamento dell’articolazione.
    Il bite va solitamente utilizzato di notte e durante il giorno, compatibilmente con la propria vita lavorativa e sociale.
    In genere i pazienti, dopo aver avuto una remissione dei sintomi, cominciano piano piano a fare a meno del bite ed a utilizzarlo in modalità “automedicazione”: vale a dire che quando sentono che il problema si sta per ripresentare, ai primi sintomi, ricominciano ad utilizzarlo. Questo perché la disfunzione temporo-mandibolare spesso ha un andamento ciclico con fasi di attività e fasi di quiescenza, durante i quali si deve sempre stare attenti a che non compaiano recidive.

    WhatsApp